Originale


[ 2 ]

Bando alle sciocchezze! Da V. andrai un’altra volta. Spegni il cellulare, ti sgranchisci le dita e ti metti al lavoro.
Il primo racconto da esaminare si intitola “Originale”. Il protagonista della vicenda è un antiquario fiorentino che trova il solito manoscritto misterioso: carta e impaginazione sono settecentesche, il testo è redatto in un italiano prezioso, fitto di toscanismi, e il frontespizio dice “Appunti per una grammatica universale”.

L’anonimo autore del manoscritto spiega i suoi tentativi di risalire alla radice comune di tutte le lingue. Il suo obiettivo è ricomporre il linguaggio parlato dall’umanità prima della diaspora di Babele, una lingua divina e così pura da essere comprensibile per nascita a tutti gli esseri umani.
La ricerca lo assorbe al punto che non si accorge di diventare un reietto: arriva persino a rapire un neonato e lo chiude in cantina per scoprire se sviluppa un linguaggio dal nulla, ma l’esperimento fallisce e con gli anni il bambino diventa un folle urlante. Ormai l’anonimo è assediato in casa, corteggia la follia, si dedica a letture maledette.

Dopo pagine e pagine di raffronti semantici e glosse glottologiche, l’anonimo crede di avere un’illuminazione: capisce che la lingua di Adamo ed Eva è, per sua stessa natura, inafferrabile, e allo stesso tempo dichiara di averla trovata. Qui il manoscritto s’interrompe.

L’antiquario è molto deluso, e in realtà anche tu.
Guardi l’orologio, è passata solo mezz’ora. Forse fai ancora in tempo ad andare alla festa…

Se ti precipiti a casa dell’ingegner V., vai al 4.

Se continui imperterrito a leggere, vai al 3.

 

 

 

 

 

 


[ 3 ]

Il festino ti tenta, ma sei un uomo d’onore per te il lavoro è la prima cosa. Allora, che succede a questo libro della malora?
Al manoscritto sulla lingua originaria manca il finale, l’antiquario è deluso etc., chiude il volume e lo mette in vendita. Nonostante sia malridotto, riesce a piazzarlo per una discreta cifra a un commerciante di libri rari del Galles.

Anni dopo, durante un viaggio d’affari a Newport, si imbatte nello stesso mercante di libri e ne approfitta per chiedergli se ha trovato un compratore per quell’anonimo italiano del Settecento.
“Si sbaglia,” risponde l’altro “sono sicuro che fosse in inglese”.

Oh, il solito finalino a sorpresa, pensi, ma poi la tua attenzione cade su una nota:

«nell’edizione tedesca di Raccontalo alla cenere [Edition Lübbe, Colonia, 1969] una nota del traduttore segnala, erroneamente, che il racconto in questione sarebbe “in tedesco nel testo originale”».

C’è un finalino nel finalino! Ti soffermi a riflettere sulla struttura del racconto, non è nemmeno malaccio, senti che potresti scriverne cose illuminanti, quando un DC9 dirottato da alcuni terroristi cade su casa tua, uccidendo tutti gli occupanti e, nel dettaglio, te.
Il tuo ultimo pensiero, mentre agonizzi tra le macerie, è che se tu fossi uscito ti saresti salvato. Un’altra storia che ci ammonisce circa l’importanza di anteporre il piacere al dovere.

SKIANT!

Che fine ingloriosa! Ma basta mettere un’altra moneta e potrai continuare. Vai a casa dell’Ingegner V., al 4.

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