Una volta i giornalisti si specializzavano in qualche materia e si mettevano a fare i divulgatori (es. Piero Angela), mentre adesso nella maggior parte dei casi sono i professori che credono di aver imparato le tecniche di comunicazione e si mettono a spiegare la rava e la fava al popolo (es. Burioni, Barbero, Odifreddi, Eco etc).
Il cambiamento è significativo perché i giornalisti nel complesso si sono impoveriti sempre di più, mentre i professori universitari hanno sempre conservato le loro rendite, anzi le hanno aumentate proprio invadendo il campo dei giornalisti. L’errore in cui cadono molti laureati/specializzati è che per fare i divulgatori a pagamento basti conoscere la materia, mentre invece per avere il rispetto e l’attenzione del popolo prima bisogna essere professori. Voi al massimo potete fare i giornalisti, cioè i poveri.
E vale la pena, per essere poveri, di tradire la verità (perché così va a finire, lo sapete), fare polemiche e confondere gli incolpevoli ignoranti? Pensateci.
P.S. Pensare che la divulgazione sia il primo gradino verso la scienza vera è come credere che dalla canna poi si passa all’eroina.