La destra si procuri almeno una satira, se non una cultura

Alla fin fine il solo motivo per cui non si vedono in giro più satirici di destra è che la satira di sinistra è diventato da trent’anni un settore chiuso, in cui sguazzano sempre le stesse persone. Come nel campo dell’istruzione o della cultura, il “sindacato” dei compagni si è organizzato per spartirsi un mercato sempre più piccolo e allora è chiaro che chi voleva fare di questo suo vizio un mestiere si è dovuto mettere a sparare contro la sinistra. Anche la parabola di Grillo è praticamente questa. Il tutto facilitato dalla caratteristica base di chi fa il brillante, che è l’amoralità. I mezzi per provocare il riso sono più o meno sempre gli stessi, è una tecnica come un’altra e può essere usata in qualsiasi direzione. È vero che chi fa satira spesso finisce per fare anche il moralista, ma è appunto uno sviluppo, non un punto di partenza: spesso dipende più dall’invecchiare che da altri fattori.

Il problema della satira di destra però è che ha poco mercato, perché quello dei ridanciani è un settore che si crea col tempo. La satira crea il suo pubblico, lo istruisce, perché compie operazioni su una serie di figure che lei stessa diffonde tra il pubblico. Il pubblico di destra, quindi, è meno “formato” a ridere della satira rispetto a quello di sinistra, quindi la satira di destra è ancora un settore abbastanza amatoriale, in cui migliaia di disperati si cimentano disordinatamente. E il fatto che i suoi mezzi vengano compresi più a sinistra che a destra è dimostrato, perché i pochi che se ne occupano a un livello strutturale sono proprio i compagni.

Resta ovviamente un vasto settore della comicità legato ai metodi più elementari: animali, bambini, cadute, tormentoni e sfottò dei tormentoni (che chi vuole mostrarsi più giovane chiama “memi”). Potendo essere praticato più o meno da chiunque, è un settore poco monopolizzabile e quindi la sinistra lo guarda da sempre con sospetto e cerca di ridurlo (in genere sottolineando la “violenza” implicita in questo tipo di scene: violenza che, detto per inciso, c’è, ed è proprio quella che fa ridere, come del resto avviene anche per la satira).

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2 risposte a La destra si procuri almeno una satira, se non una cultura

  1. The Artist Formerly Known As Dax ha detto:

    E se invece, come si fa col vizio del fumo, si decidesse di smettere col vizio della satira e si ponessero da parte le velleità da attori brillanti per darsi a cose più serie, lasciando i compagni da soli a gloriarsi delle loro miserie? Un po’ come i film Netflix e Disney, che a forza di riempirli di neri, ricchioni e donne cazzute, sono rimasti a vederli solo quelli che ci lavorano.

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