Anche Elia spallanzani cercò di buttarsi nel business delle canzoni estive.
Erano i tempi di “stasera mi butto” ed altrettali ma Spallanzani ovviamente scelse tutt’altro registro e più o meno prefigurò un Paolo Conte di là da venire, sebbene con maggiore signorilità.
Inutile dire che nessuno lo cagò. Nei consueti attacchi d’ira che lo prendevano dopo ogni delusione, Spallanzani distrusse il taccuino delle canzoni e ci resta solo qualche brandello sgorbiato a matita, tipo questo:
“Anche le formiche questo caldo cheta
Sotto l’oleandro più ristagna l’afa
Vorrei fare un bagno l’acqua ma è feeneeta
Ragno sale scende i miei pensieri grafa.
Du dudurudù dudurudù dudurudeah”.