Un piccolo qualcosa per noi uomini cattivi

Disse Elia Spallanzani:

“Da ragazzo credevo di essere bruttarello ma simpatico, poi invece grazie alle confidenze di amici ho saputo che mia moglie si era fidanzata con me unicamente per via del mio fisico, e mi aveva abbandonato solo a causa della bruttezza della mia anima.

Scoprire in tarda età questa bruttezza interiore fu un duro colpo, come svegliarsi sfigurati. Cominciai a evitare le persone e a comportarmi in maniera furtiva, ero certo che prima o poi qualcuno avrebbe urlato “guardate, questo è un uomo cattivo, un uomo cattivo! Guardate!”. Mi pareva che tutti dovessero sapere che individuo squallido fossi e questa condanna universale mi faceva apparire ogni minima e casuale gentilezza come una specie di miracolo: allora pensavo “costui-stei non ha capito chi sono! Deve avermi preso per un altro. È meglio che me ne vada prima che si accorga dell’errore e cominci anche lui/lei a indicare col dito e a gridare guardate, guardate! Ecco l’uomo cattivo! Eccolo questo infame, questo lurido, è lui, lui!”

Così decisi di ritirarmi nel piccolo podere di Passogatto, perché essendoci cresciuto nessuno mi conosceva. Eppure ogni notte sentivo i cani cercare e le voci avvicinarsi e il solito grido che iniziava ad erompere dalle gole dei mille bravi paesani e allora pensavo nemmeno qui c’è scampo da quello che sono, l’unica cosa che mi resta è sparire, ma come sparire, come sparire completamente?”

Già. Come?

P.S. Molti anni fa leggemmo un racconto dell’orrore che si chiamava “piccole crudeltà”: in breve era la storia di un uomo che cercando di difendere la sua famiglia dai pericoli e dal dolore finiva per inimicarsi tutti e restava da solo, tormentato dalla visione del figlio, ormai un’ombra mostruosa nella mente, che si aggirava intorno alla casa. Tutto era cominciato quando il padre aveva cercato di nascondergli la morte di un animale domestico.
Come spesso ci accade, la concentrazione dei racconti ci resta molto più impressa dello sbrodolamento dei romanzi, però come al solito il nostro gusto va contro le preferenze del mercato, che racconti non ne vuole e induce anche autori decenti a gonfiare le loro storie fino alla dimensione minima per spacciarle come trilogie. Ma a parte ciò, il cardine del racconto era appunto questa semplice, drammatica situazione: un uomo vuole fare il bene ma riesce solo a far soffrire chi ama. È la stessa storia di un racconto di Pirandello, “paura di essere felice“, e anche di quel film, Mosquito Coast, che non a caso è un altro dei nostri preferiti. È, più in generale, la storia della maggior parte degli uomini, noi compresi. Tra i vari protagonisti, solo quello di Mosquito Coast scansa la punizione di prammatica rifugiandosi nella più comoda e compassionevole morte. Noi invece la sconteremo vivendo.

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