Giovinezza, bellezza, forza: gli ideali del turismo sono gli stessi del fascismo

Anni fa vedemmo uno spezzone de “Il collegio” in cui una ragazzetta si lamentava di dover studiare Leopardi, e il suo principale argomento era “ma che me ne importa a me di Leopardi, Leopardi è morto! E ciaaaooo!”.

E in effetti che senso poteva avere per una quindicenne Leopardi, che è anche morto? È morto e quindi è come se non fosse mai esistito. C’è tanta vita intorno, quindi perché badare a Leopardi?

Il tutto ci fece tornare in mente la comica pagina del “Pasticciaccio” in cui il poliziotto sfotte i genitori mericani che mandano le figlie in Italia a studiare Pinturicchio, perché a quelle “piccerelle” probabilmente interesserà di più un pennello moderno. “Le stanze del Pinturicchio!”, sbraita lo sbirro: “che stanze, che Pinturicchio!”.

Aveva bene intuito Gadda che il turismo culturale (all’epoca non esisteva nemmeno il nome) si risolveva in buona parte in turismo sessuale e che la giovinezza (la forza, la bellezza) erano essenzialmente i valori del fascismo (la stessa constatazione che faranno tanti, e da ultimo Iulbecco, che così è entrato anche lui nella triste categoria dei “presunti provocatori che in effetti dicono ovvietà”).

Ma, si dirà, il fascismo aveva il culto della romanità, e quindi del passato: però era un passato in gran parte reinventato, fatto di romani alti e biondi: un passato che tendeva sempre di più a somigliare al futuro immaginario.

Bisognava dimenticare i morti e andare avanti, o meglio ancora prenderli a pretesto per un viaggetto, una piccola avventura. Il turismo, come anche il collegio, era un modo per liberarsi del passato prossimo e vivente (i genitori) e nascondersi sotto il velo di un passato remoto e inerte, per vedere se con quella scusa si poteva rimediare qualche Pinturicchio. Leopardi, dal canto suo, si prestava meno bene, non essendo nemmeno buono da citare per sedurre.

Le piccerelle, presunte innocenti, di divina natura, per l’istruzione delle quali nessuno sforzo era eccessivo, scendevano a frotte dalla nave e guidate da o’ zi prevete dilagavano per la città dei Cesari, affamate di cultura e anelanti al marmo. Ed al marmo spesso pervenivano: oh, sì che pervenivano. Leopardi nel frattempo era morto.

Informazioni su eliaspallanzani

Blog dedicato etc
Questa voce è stata pubblicata in oziosità. Contrassegna il permalink.

2 risposte a Giovinezza, bellezza, forza: gli ideali del turismo sono gli stessi del fascismo

  1. Pingback: The Gonzalo effect | Fondazione Elia Spallanzani

  2. Pingback: Il successo come forma di incomprensione: Lovecraft e i suoi orrendi fan | Fondazione Elia Spallanzani

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.