La favola del figlio cambiato

È interessante notare che tra le fasce più ignoranti della popolazione il mito dei comunisti divoratori di bambini è stato sostituito da quello dei compagni ladri di bambini.

Questi mitici compagni vengono descritti un po’ come le fate: una razza invisibile ed esausta, che domina incontrastata la foresta burocratica ma stenta a riprodursi. Come le fate, questi compagni opererebbero attraverso magie, illusioni, ipnosi. Un po’ anche vampiri, o comunque succhiatori di energia, hanno bisogno del sangue sano e della carne ruspante del popolo per andare avanti.

La storia però in realtà non è nuova. C’è una novella di Pirandello, “La balia“, che racconta più o meno la stessa cosa. Non leggete oltre se non volete privarvi del volgare piacere della sorpresa:

in due parole, un politico di sinistra prende come balia per il suo bambino gracile e malaticcio una siciliana, che per campare è costretta ad accettare e andare a Roma lasciando a casa il figlio sano e forte. Dopo varie vicende, proprio mentre il politico lima il suo discorso in favore dei figli del popolo, il figlio della balia muore di stenti (quindi non viene rubato il bambino ma la sua vita, attraverso il latte: è più realistico ma è la stessa cosa). Ad aumentare la feroce ironia, il marito della balia era finito in galera per le sue idee rivoluzionare, e la moglie del politico è figlia del “padrone” che ha mandato in galera l’uomo.

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