Elia Spallanzani, questo misconosciuto genio poliedrico, scrisse anche una sceneggiatura per “Casa Vianello”. La storia iniziava nel classico modo farsesco (Raimondo cerca di sostituire un regalo di Sandra che aveva riciclato con un’altra donna), ma poi il demone spallanzanesco prevale, trasformandola in una malinconica riflessione su ciò che AVREBBE POTUTO AVERE STATO e sull’inganno del punto di svolta.
Anche in questo caso non sappiamo nemmeno se la sceneggiatura sia mai stata davvero proposta a qualcuno: supponiamo di sì perché è relativamente completa e porta a margine delle osservazioni che, nel loro non sollecitato buon senso, appartengono per forza a un lettore professionale.
“Il bello”, annota Spallanzani, “è che quasi tutte le critiche si appuntano sulla scarsa credibilità degli eventi, quando poi questa forse è l’unica volta in cui ho raccontato un episodio realmente accaduto, e lo so per certo perché è accaduto a me”.
Non si può escludere però che l’Elia, per innato gusto dello specchio e dell’intrigo, abbia scritto lui stesso le annotazioni camuffando la grafia e poi si sia convinto di avere ricevuto almeno una risposta, per quanto negativa. Tecnica già riscontrata in varie opere e presunte lettere di rifiuto, che i mittenti hanno spergiurato di non conoscere.
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