“Paradossalmente” mordono la mano che non li nutre

Continuamente denunciato, il crescente disprezzo del poppolo per gli insegnanti appare un orrore contro natura, una sorta di “mordi la mano che ti nutre”, che dispensa dalla necessità di indagarne le cause: una simile infamia si spiega “automaticamente” con la perdita dei valori.

In realtà è probabile che i motivi siano altri, e che una certa quota di insegnanti mediocri o svogliati di lavorare (quota comune a tutta la p.a.) non sia la causa principale: che è invece l’oscuramente intuita inutilità della scuola, giacché gli ignoranti, dopo il sacrosanto bagno nell’istruzione, non solo restano ignoranti (il che è sempre accaduto) ma anche disoccupati. Se il pezzo di carta non serve nemmeno per lavorare (e questo è assolutamente ovvio*), allora la scuola si riduce a semplice leva, inane percorso obbligato, la cui vera funzione, semmai, è sgombrare la casa dai pestiferi minori e intrattenerli per qualche ora, onde non facciano danni per strada. E che stima si può avere per secondini e carcerieri? Che autorità si può concedergli, se fanno i bebbi sitti?

* Anzi, l’Italia è proprio l’esempio lampante che c’è scarso legame tra scolarizzazione e ricchezza prodotta. Per dire, nell’ultimo secolo nel sud Italia il numero di studenti è cresciuto più rapidamente che nel nord e circa 15 anni fa la percentuale di iscritti all’università è diventata uguale: in seguito il sud ha anche superato il nord, e di parecchio, ma il pil prodotto al sud è tutt’ora solo il 60% di quello del nord. In pratica non c’è mai stato un periodo in cui alla rapida crescita della scolarizzazione nel sud si sia accompagnata una paragonabile crescita economica. L’ovvia conclusione, già nota da almeno cinquant’anni, è che il sud non è e non è mai stato in grado di impiegare i suoi laureati, come del resto nemmeno il nord, seppure in misura più contenuta. Quindi sostenere che al sud servono più laureati è una pura menzogna oggi come lo era cinquant’anni fa. Menzogna difesa a spada tratta da chi non ha mai capito niente e da chi, pur capendo, aveva tutto l’interesse che si continuasse a spendere nel settore in cui lavorava: dagli idioti e dai disonesti, quindi, e perciò una menzogna invincibile.

P.S. Sapete qual è la regione italiana con la maggiore percentuale di laureati? Il Lazio. E immaginate perché? Ovviamente perché è il cuore del sistema burocratico e la burocrazia usa la laurea come discriminante nei concorsi. La burocrazia è l’unico sistema che assorbe laureati indipendentemente da quel che sanno fare e dalla loro utilità e solo perché è più facile stilare una prima graduatoria in base ai diplomi che esaminando i candidati. Senza i ministeri e le agenzie, il Lazio assorbirebbe tanti laureati quanto la Puglia, e la Lombardia, che produce più di tutte le altre regioni, in percentuale ha meno laureati del Lazio. Quindi l’unico sistema per aumentare davvero l’utilizzo di laureati al centro sud sarebbe trasformarlo in un’altra concentrazione di burocrazia, che poi in parte è il piano effettivamente perseguito dal governo italiano negli ultimi quarant’anni, dopo che i tentativi di industrializzazione sono miseramente e PARADOSSALMENTE falliti. È ovvio che il proliferare della burocrazia implica anche la diffusione della corruzione e del ricatto e quindi probabilmente il grande sforzo per elevare il livello medio di istruzione del sud Italia è una delle cause del suo persistente sottosviluppo economico e dell’impoverimento della sua vita intellettuale: un paese amministrato a morte.

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