Alla guerra per noia

Abbiamo subito le analisi italiane della campagna elettorale americana e la solita impressione di irrealtà stavolta è stata ancora più intensa. Riportiamo le noterelle che avevamo scritto su fb:

4 novembre 2020: Sono 10-12 mesi che tutti i sondaggi danno Trump perdente con uno scarto di 7-10 punti, quindi è molto improbabile che vinca. Sembra ancora più improbabile che in caso di sconfitta Trump possa fare qualcosa di più di una delle sue solite sparate da pagliaccio. Allora perché buona parte dei media parla da mesi di una sfida all’ultimo voto e di possibili violenze? L’impressione è che ancora una volta si tratti più di un problema di audience che altro, e che per quattro soldi la “libera informazione” si stia mostrando ancora una volta nemica della democrazia.

5 novembre 2020: Che i sondaggi non siano una scienza esatta è così ovvio che tanti giornalisti sono arrivati alla conclusione demenziale per cui non indovinano mai. Oggi scrivono “Trump ha sovvertito ancora una volta i sondaggi”, mentre sta andando proprio come previsto. Forse un pochino meglio del previsto, per Trump, e questo proprio grazie ai media antitrump.
In realtà i sondaggi politici indicano almeno una tendenza che molto spesso si avvera. Quando il distacco previsto è ampio, e risulta da tanti sondaggi e per un lungo periodo di tempo, è improbabile che finisca molto diversamente. E di sicuro questo lo sapeva e lo pensava anche Trump, che ha alzato da tempo il livello dello scontro proprio perché si vedeva in svantaggio. E tutti gli altri (avversari, media, pubblico) l’hanno seguito, anzi i media sono stati palesemente felici che il contrasto diventasse più violento, perché attira di più. Col che, molto probabilmente hanno aiutato Trump a raccattare più voti della scorsa volta. Oggi, sprezzanti del ridicolo, continuano a dire che avevano ragione loro, che avevano visto lungo.
Ma tutto questo avviene anche in Italia. Quando succederà davvero qualche rivolta dietro ci sarà essenzialmente l’informazione, che gioca con la violenza come gioca cinicamente e stupidamente con ogni altro aspetto della vita.

8 novembre 2020: Fossimo nei panni di Biden, non avremmo poi tutta questa frettona di prendere le redini. Cosa potrà fare contro il virus cinese? Probabilmente assai poco. Al di là del diverso approccio comunicativo, l’impressione è che non abbia nessun interesse di imporre regole molto restrittive, e forse nemmeno il potere di farle rispettare. Gli conviene di più che il buffo Donaldo si prenda la responsabilità anche dell’altro quarto di milione di vittime che arriverà.

9 novembre 2020: Nel complesso, pare che non ci sarà una nuova guerra civile americana. Gli sciocchi che per mesi hanno “disegnato lo scenario” confesseranno che lo facevano più per fatuità che per altro? Che il loro giornalismo politico ha da tempo assunto il tono delle riviste da parrucchiera, quelle che in base a una fotografia presa da un chilometro disegnano “i nuovi scenari” degli amori tra calciatori e veline? Temiamo di no. Il suggerimento ai lettori sarebbe ovviamente “smettete di leggere questi pagliacci”, ma siccome li leggono proprio perché sono dei pagliacci e soddisfano il loro desiderio di “scenari” piccanti, sarebbe un consiglio inutile.

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