Ancora su farsa e tragedia

Probabilmente la verità è che la storia si presenta sempre prima come farsa e solo poi come tragedia. Forse così va intesa la frase di Platone, quella che fa: “così muore la democrazia: prima che nel sangue, nel ridicolo”. Agli ingenui sembra il contrario solo perché danno per scontato che la caricatura sia fatta a partire dal soggetto. In realtà è il mostro che tende a ripresentarsi sotto spoglie un po’ più accettabili. Il precursore del nazismo, ad esempio, andrà cercato in forme caricaturali preesistenti, magari anche in settori piuttosto lontani. La farsa, la parodia, preparano la tragedia, come si vede benissimo nel settore artistico e culturale: opere d’arte, pensieri insignificanti e orrendi che oggi meritano il massimo rispetto erano già stati formulati trecento anni fa come pagliacciate, parodie, e si sono puntualmente incarnati. Naturalmente i contemporanei impiegano qualche anno a rendersi conto che vivevano già nella tragedia.

P.S. Corollario di quanto dicevamo è che la tragedia si può esattamente definire come una farsa che non fa più ridere e per la quale anzi bisogna mostrare rispetto, come il famoso cesso esposto nel museo.

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