Elogio dei fan del ti99

Come abbiamo già detto, da piccoli avevamo il TI-99/4A ma ci abbiamo fatto ben poco. Solo di recente abbiamo scoperto che a distanza di quarant’anni ci sono ancora molti fan accanitissimi di questo strano personal computer.

I fan del ti-99/4a costituiscono un sottogruppo abbastanza particolare tra i nostalgici dei vecchi computer. In realtà sono quasi l’opposto di un nostalgico. Il fatto è che molti di loro hanno ricevuto il ti99 come regalo di Natale nel periodo in cui il prezzo era sceso al livello del vic20, e anche a meno. Molti di loro dovevano venire da famiglie modeste e questo in America spesso coincide con famiglie che hanno un forte orgoglio nazionale. La Texas Instruments era (è) un’impresa americana, anzi texana: no robetta europea o giapponese: quindi doveva essere per forza grande e forte e buona e seria. Quando dopo appena un paio d’anni decise di uscire dal settore degli homecomputer perché si stava rovinando, i possessori del ti99 ci rimasero malissimo: si sentirono letteralmente orfani, eppure non se la presero con la Texas: se l’aveva fatto era una decisione inevitabile, per quanto dura.

A ciò si aggiunga che il loro computer era a 16 bit invece che a 8. Questo li induceva a pensare che fosse un prodigio incompreso. Ed incompreso lo era di sicuro, perché la Texas teneva segrete quante più informazioni possibili. Mentre gli altri produttori incoraggiano o almeno non contrastavano troppo il software e l’hardware compatibili prodotti da altri, la Texas si atteneva al vecchio modello proprietario, al segreto industriale e al monopolio. Quindi gli utenti, per superare le limitazioni di un basic lentissimo, dovevano strappare al loro ti99 i suoi segreti uno a uno, con una fatica bestiale.

E di segreti il ti99 ne aveva parecchi: una cpu a 16 bit in un sistema a 8 bit, strane rom chiamate grom*, un misterioso linguaggio chiamato gpl, un’architettura generale molto diversa dalle altre, erede dei micro computer Texas (dove “micro” indicava un computer piccolo rispetto a quelli che occupavano una stanza, quindi quello che oggi sarebbe un grosso computer).

Tutti questi elementi (relativa povertà, orgoglio, senso di potenzialità inespresse, bisogno di scavare con le proprie mani per capire) ha selezionato dei fan il cui sentimento principale sembra il desiderio di rivalsa più che la nostalgia, in una sorta di identificazione tra il computer e se stessi: anche loro, nonostante le origini umili, avevano grandi potenzialità nascoste, e anche loro sono stati abbandonati da un mondo che bada ai cotiglioni e non alla sostanza (uno dei loro miti è la robustezza del ti99, che così non ne costruiscono più). Un po’ di provincialismo, parsimonia, testardaggine, desiderio di rivalsa: forse i veri valori americani, al posto delle americanate da valle del silicone.

*Oggi anche il popolo forse sa che esistono due tipi di memoria, ram e rom. In realtà ne esistono anche altri tipi ma quando eravamo giovanetti, ai tempi del glorioso ti-99/4a, nemmeno noi sapevamo che, unico nel suo genere, dentro aveva le GROM.
Grom è un tipo di rom prodotto solo dalla Texas Instruments che oltre a non essere riscrivibile aveva pure un accesso sequenziale: in pratica era come un disco, potevi decidere da che traccia cominciare a suonare ma poi la testina avanzava da sola lungo il solco. Ciò rendeva la GROM più lenta ma anche più economica, ma soprattutto ne faceva un’esclusiva della TexIns.
A quei tempi quasi tutto il software del ti-99/4a veniva venduto sotto forma di cartucce (o per meglio dire “cartuccie”), che contenevano appunto le GROM. Se un’altra società voleva fare giochi per il ti-99/4a doveva metterci dentro delle eprom, perché le grom non poteva produrle.
A un certo punto però la Texas, non contenta del fatto che il suo personal computer non lo voleva nessuno, pensò bene di dargli un altro colpetto facendone una versione che non accettava cartucce senza grom. In pratica quasi tutti i giochi migliori, che non erano prodotti dalla Texas, sulla nuova versione non funzionavano più. La mossa si spiega col fatto che la Texas perdeva soldi sull’hardware e quindi pensava di rifarsi col software tagliando fuori qualsiasi altro produttore. Era una vecchia mossa, basata sul vecchio presupposto che i soldi si fanno solo mantenendo il monopolio (presupposto in se validissimo, e infatti ancora oggi chi può restare monopolista lo resta), mentre quasi tutti gli altri produttori di hardware speravano che venisse prodotto più software possibile, da qualsiasi impresa venisse, perché ormai erano i giochi a far vendere i computer e non più il contrario.
Oltre a scoraggiare definitivamente lo sviluppo di software per il ti99, l’ennesima sciagurata mossa commerciale della Texas spinse i possessori del “nuovo” ti-99/4a cercare subito un modo per aggirare il blocco delle cartucce compatibili. In breve ci riuscirono. Il che, se ovviamente non salvò lo sfortunato computer dall’oblio, costituì un’altra piccola vittoria degli smanettoni nella lunga battaglia CONTRO IL LORO COMPUTER per capire come cazzo funzionava.

Informazioni su eliaspallanzani

Blog dedicato etc
Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized. Contrassegna il permalink.

Una risposta a Elogio dei fan del ti99

  1. Pingback: Chi poteva prevederlo | Fondazione Elia Spallanzani

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.