Siccome tutti stanno facendo la grana coi loro banali diari della quarantena (che chiamano chissà perché locdau), abbiamo deciso di provarci anche noi però proponendo invece dei semi di storie ambientate in quel mondo, visto che la vita vera fa cagare.
La prima storia è quella di un giovanotto che esce sul balcone per mangiarsi in pace l’ultimo dolce al cocco ricoperto di cioccolato del mondo occidentale. Ormai dopo 3 anni di quarantena non ne esistono più e lui aveva anche pensato di venderselo ma poi ispirato da una recensione di Baricco su “Walden ovvero vita nei boschi” ha deciso di succhiare tutto il midollo della vita e quindi anche dello snack. Solo che mentre riflette sull’utilità dei suoi titoli di studio il dolce gli cade di mano e precipitando dal balcone finisce in mezzo a una folla di turisti cinesi che ingolfano impunemente le strade perché la scelta è morire di virus o di fame. Con vari scatti di inquadrature il regista sottolinea da manuale la drammaticità dell’evento e la lotta interiore del protagonista, che alla fine con uno scatto di orgoglio italiano indossa la maschera di Fallout, scende per strada, raccoglie da terra lo snack e dopo averlo inzuppato in un potentissimo disinfettante lo ingoia con estatico godimento.
Titolo: l’amuchinamento del bounty a a a!