Almeno due terzi dei profili che seguiamo accolgono con sollievo il venerdì, deplorano il lunedì, piangono il bene che hanno riversato sul prossimo e che viene ripagato solo col tradimento e la delazione, annunciano con soddisfazione di aver finalmente imparato a riconoscere le persone tossiche e ad allontanarle.
L’immagine che l’utenza proietta di sé è quella della vittima di sfruttamento (lavorativo, sessuale, emotivo), la cui unica colpa è un eccesso di competenza, disponibilità, generosità, una prodigalità principesca, quasi folle. Ovviamente nel 98% dei casi si tratti di persone che non hanno mai sudato in vita loro né fatto mai bene a nessuno, nemmeno per sbaglio, ma fingendo per un attimo di credergli ne risulta un mondo appestato da un numero assai ridotto di sfruttatori, persone tossiche, per altro sempre innominate, che con eccezionale efficienza riescono sempre a fare fessa la stragrande maggioranza della popolazione. Infatti nonostante i ripetuti proclami di essersi liberate di loro le masse continuano a sentirsi defraudate, sfruttate, ingannate e vampirizzate.
Va detto che quest’odio verso la categoria generale degli sfruttatori è un ottimo sostituto dell’odio per gli sfruttatori veri, quelli grandi e visibilissimi, che proprio perché sono evidentemente sfruttatori e quindi ricchi e potenti sono anche in fondo invidiati, ammirati, venerati e lasciati perfettamente liberi di agire, anzi aiutati dalla massa, che ha ben altro a cui pensare: le persone tossiche, che sono ovunque e non finiscono mai. E sono così utili al mantenimento dello status quo che se non esistessero (follia!) bisognerebbe inventarle.
La categoria delle “persone tossiche” è per il capitalismo ciò che i “sabotatori” furono per il comunismo. Non è che ci sia una stortura nel sistema, non è che chi comanda sia un porco, no: è colpa dei sabotatori. La tua vita è bella, va tutto bene, o meglio andrebbe tutto bene se non fosse per le persone tossiche che di nascosto ti sfruttano e ti avvelenano la giornata. Devi imparare a riconoscerle e ad isolarle, ed è facile: la persona tossica, come il sabotatore, agisce per pura cattiveria, o almeno per disadattamento: poverina, non ha capito quanto è bella questa società e cerca di distruggerla distruggendo prima te. I segni sono tanti, a ben vedere sono infiniti e così chiunque può essere una persona tossica: loro sono intorno a te, miserabili ma stranamente onnipotenti, tanto che più ne individui e più ne vengono fuori. La caccia alle persone tossiche non deve mai finire, perché altrimenti potrebbe venirti il dubbio che la tua (ingiustificabile) infelicità dipenda da qualcos’altro, tipo dalla struttura sociale ed economica infame che hai contribuito a creare e mantenere. Invece con le persone tossiche questi dubbi te li puoi levare: si tratta di pochi infelici, sostanzialmente pazzi, e prima o poi riusciremo a scovarli tutti e a rinchiuderli nel gulag dell’isolamento e a goderci finalmente questo paradiso. Pensaci, pensaci.
Dov’è la differenza tra ritenere responsabile della propria frustrazione “le persone tossiche” o “la struttura sociale”?
Nel fatto che una cosa può essere vera e un’altra no. Non è che la stessa struttura grammaticale sia la stessa sostanza.