“La vera vita di Sebastiano Knight“, di Nabokov, è palesemente ispirato alla vicenda di Elia Spallanzani: non a caso il primo libro di Knight, “The Prismatic Bezel”, è una parodia del delitto della camera chiusa, proprio come “Crocevia“.
Del resto nella copia dell’Elia di “Proprietà perduta”, il terzo libro di Kinght, troviamo questa lunga sottolineatura, con la nota “plagio!”:
“La gran parte della gente vive durante il giorno con questa o quella parte della mente in un felice stato di sonnolenza: un affamato che sta mangiando una cotoletta si interessa al suo cibo e non, diciamo, al ricordo di certi angeli in tuba sognati anni addietro; ma nel mio caso tutte le persiane, serrande e porte della mia mente erano spalancate a qualsiasi ora del giorno. Tutti hanno i loro giorni festivi, il mio cervello non voleva saperne di riposo. Questo stato di costante vigilanza era penoso non solo in se stesso, ma anche per i suoi diretti risultati. Ogni atto ordinario che dovevo compiere assumeva un aspetto così complicato, generava una tale moltitudine di associazioni di idee nella mia mente, e queste associazioni erano così subdole e oscure, così inutili in pratica, che o evitavo di muovermi o, se mi muovevo, combinavo un’ira di guai a causa del nervosismo. Un mattino in cui andai a trovare il direttore di una rivista che speravo volesse pubblicare alcune delle mie liriche di Cambridge, un suo particolare modo di tartagliare, misto a una certa combinazione di angoli a mo’ di tetti e comignoli, il tutto leggermente deformato a causa di una bolla nel vetro della finestra – questo e lo strano odore di muffa della stanza (di rose che stavano marcendo nel cestino?) spinsero i miei pensieri in così lungo e intricato groviglio che, invece di dire quello che avevo intenzione di dire, mi misi subito a spiattellare, a quella persona che vedevo per la prima volta, di certi progetti letterari d’un comune amico che, ricordai più tardi, mi aveva pregato di farne mistero…”.
P.S. Va detto che Nabokov ha nascosto per anni dietro un affettato disprezzo del lettore la puerile volgarità del suo animo. Tra gli scrittori popolari Nabokov è forse quello che riesce a fingere meglio l’intelligenza e questo ha provocato un’infinità di sciocche sopravvalutazioni della sua opera, a danno dei veri profeti come lo Spallanza.