Bravi, bravi, seguitate…

Nel Pendolo di Foucault Eco espone attraverso Jacopo Belbo la sua quadripartizione dell’umanità in cretini, imbecilli, stupidi e matti. Tra i vari esempi c’è il seguente:

“L’imbecille è Gioacchino Murat che passa in rassegna i suoi ufficiali e ne vede uno, decoratissimo, della Martinica. ‘Vous êtes nègres?” gli domanda. E quello: “Oui mon général!”. E Murat: “Bravò, bravò, continuez!”.

Come il grammar nazi che in ogni sua reprimenda finisce per fare qualche errore di ortografia, anche Eco parlando di imbecilli sbaglia e attribuisce l’aneddoto a Murat, mentre i francesi lo fanno notoriamente risalire a Mac Mahon (prendiamo un link a caso):

“Le fameux mot de Mac Mahon s’adressant à l’élève de Polytechnique Camille Mortenol – “C’est vous le nègre ? Eh bien continuez ! »”

Che si tratti di un errore dell’Umberto è praticamente certo, visto che l’edizione francese del Pendolo cambia il testo:

imbecile

Ma la regola del grammar nazi vale sempre e infatti anche la correzione contiene un’altra imbecillità, perché Mac Mahon non era generale bensì maresciallo di Francia*.

In ogni caso, la fama di Eco è tale che in Italia tutti continuano a citare la versione sbagliata, compresa ovviamente wikipedia. Nella sua stupidità, l’enciclopedia attribuisce autorità definitiva non solo ad Eco, ma anche ai suoi personaggi: come se la fonte fosse un trattato e non un romanzo. Meccanismo che, tra parentesi, è alla base di moltissimi errori e anche di alcune atrocità, come la faccenda dei protocolli dei Savi di Sion, ricostruita (riciclando a man bassa e con la solita ambiguità tra romanzo e trattato) dallo stesso Eco.

Il bello infatti è che la citazione è quasi certamente un falso, perché pare che l’origine della battuta sia una sorta di rubrica “risate a denti stretti” pubblicata da Le Figaro nel 1878Quindi in definitiva Eco taccia di imbecille la persona sbagliata, attribuendole per di più una frase mai pronunciata. E la parola dell’Umberto, come quella del Filosofo, è praticamente inarrestabile, per cui tutte le traduzioni del Pendolo (tranne la francese) propagano il doppio errore.

Detto questo, dov’è che l’Umbertone nel suo compulsivo riciclare ha cricetato la storia di Murat? L’indizio della Martinica ci induce a credere che la confusione nasca dalla vicenda di Joseph Serrant, nato in Martinica da padre francese, che combatté effettivamente a fianco di Murat. Il punto, comunque, è insignificante.

* Si noti la stranezza della correzione: il rispetto per Eco è così radicato e automatico che si cancella il suo errore, quando poi non è nemmeno per forza suo ma di un suo personaggio. Forse il traduttore ha pensato che il lettore francese medio avrebbe potuto considerare quello di Belbo un errore da cretini, e ciò non sarebbe stato in linea col discorso e con la superiorità intellettuale del personaggio, per altro evidente proiezione di Eco. Così facendo, però, non solo gli fa commettere un altro e più sciocco errore sulla carica di Mac Mahon, ma ha anche “francesizzato” il personaggio, attribuendogli una pseudo familiarità con l’aneddotica locale che non è per niente scontata in un italiano. Come spesso accade, l’errore del personaggio è per così dire “naturale” nel mondo fittizio, mentre il tentativo di correzione lo rende assurdo. Si dirà che anche noi, a ben vedere, attribuiamo a Eco persona la sciocchezza di Belbo, ma non siamo stati noi a cominciare. Quando un autore diventa così ingombrante da riassorbire la sua opera si merita questo ed altro.

P.S. Un paio di altre tirate contro il criceto.

P.P.S. Per la citata legge, questo articolo essendo una severa reprimenda dell’altrui cretineria conterrà per forza qualche grossolano errore.

 

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