Tosetti e Spallanzani

Le mappe dei navigatori a volte contengono errori (sembra l’inizio di una favola in versi) deliberati, che servono per incastrare i plagiari. Qualcosa di simile è venuto fuori nel 2008, quando Manguel (coautore del già lodato Manuale dei luoghi fantastici) denunciò che Anna Ferrari (autrice del Dizionario dei luoghi immaginari) aveva copiato, tant’è che riportava voci completamente inventate (Malacovia, di Amedeo Tosetti) o esistenti ma manipolate.

manguelplagio

L’articolo del Corriere del 30 marzo 2008 non è più disponibile gratuitamente ma in rete si trova un commento che permette di ricostruire il fatto e giustamente osserva:

“La cosa divertente è che la reazione seccata di Manguel (o almeno così si evince dall’articolo) è da filologo, e non tanto da borgesiano, mentre la risposta della Ferrero è più da borgesiana che da filologa: “Dal momento che si trovano in un’altra opera, sono diventati luoghi fantastici di cui tener conto al pari degli altri…”. Giustamente Di Stefano cataloga questa affermazione come battuta, o filologia immaginaria. Ma nella battuta qualcosa di vero c’è. Basta fare un giro negli onnipotenti (ancorché imprecisi) motori di ricerca per scoprire che centinaia di siti ormai riportano ABATON e MALACOVIA, i luoghi di Manguel, senza neanche citare il Manuale. Manguel ha forse creato un miraggio filologico, poiché tra 50 anni sarà difficile distinguere l’origine scherzosa di Malacovia.”

In effetti sono serviti meno di cinquant’anni. Nel 2009 è stata progettata persino New Malacovia, basata sul testo di Tosetti. E non è l’unico suo testo che ha avuto un certo successo. L’Italia turchizzata immaginata da Tosetti nel libro “Le avventure del pascià a due code Ahmed nell’Ydalistàn, storia bizzarra ma istruttiva” è finita nel libro “L’orda” di Gianantonio Stella. Tosetti viene menzionato anche da Calvino in  Collezione di Sabbia (1984), che doveva essersi sentito fischiare le orecchie perchè il Manuale attribuisce a Tosetti anche il testo “Gli irridenti del deserto“, dove si immagina una città costruita su cammelli in cui nessuno tocca mai il suolo, antenata della città arborea del barone rampante.

Ma Calvino declina ogni responsabilità circa l’attendibilità di queste voci. Perchè infatti chi era questo Amedeo Tosetti? Ci dà qualche notizia Giampaolo Dossena in un articolo de La Stampa del 24 aprile 1983:

dossenasutosetti

Riprenderà poi l’articolo nel suo Dizionario dei giochi con le parole e aggiungerà qualcosa nell’Enciclopedia dei giochi e nella Storia confidenziale della letteratura italiana, attribuendo a Tosetti varie amenità. A questo punto è inevitabile notare dei punti di contatto tra Tosetti e Spallanzani: entrambi precursori, entrambi ingiustamente ignorati ed entrambi appassionati di enigmistica. Con una notevole differenza, però, perchè al contrario di Spallanzani Tosetti non è mai esistito.

Andrea Comotti ne La Milano Dispersa del 1983 già scopriva il gioco e in un articolo di tuttolibri del 20 ottobre 1984 Guadalupi confessava, se ce ne fosse ancora bisogno, che Tosetti è uno scrittore immaginario.

guadalupidutosetti

Bisogna ancora notare che Dossena attribuisce la riscoperta di Tosetti a Guadalupi e non a Manguel. Il libro Le città fantastiche di Paolo Petitto (2000) ha un capitolo sulle “Città beffarde” di Tosetti e la prefazione di Guadalupi. Il menzionato Comotti afferma apertamente: “Non sarà un caso se il miglior atlante di geografia fantastica l’ha poi disegnato un lecchese-milanese, Gianni Guadalupi alias Amedeo Tosetti“. Ma del resto lo stesso Manguel in un’intervista del 1998 conferma che le voci di autori italiani (tra cui quindi Tosetti) le ha scritte Guadalupi.

Quindi apparentemente abbiamo tre livelli di falsità: Malacovia è una città immaginaria descritta da un autore immaginario la cui invenzione viene attribuita a Manguel invece che a Guadalupi (o viceversa).

Infine, una strano incrocio di destini: la Fondazione nutre grande affetto per il gioco di ruolo Katakumbas e in un articolo di Dossena su Tuttolibri del 15 settembre 1984 soprendentemente troviamo insieme Katakumbas e Tosetti, per altro con una mappa di Laitia che non avevamo mai visto prima e che doveva appartenere alla prima edizione del gioco.

dossenasucatakumbas

Ringraziamo Enrico Rossi per la collaborazione.

P.S.: infinite mappe di luoghi immaginari disegnate da un bot.

Informazioni su eliaspallanzani

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