La contraddizione al potere

pasaprove

Non ricordiamo chi l’ha ideata, ma a lui i crediti.

L’ipotesi é che ogni sistema di pensiero dominante è tale in virtù e non a dispetto del suo nucleo contraddittorio. Ciò non soltanto perché ogni linguaggio abbastanza potente ed espressivo produce contraddizioni, ma per il fatto che l’indecidibilità posta nel cuore del sistema richiede e giustifica l’autorità, il predominio. Cosa sognerebbe un uomo vissuto sempre da solo? Forse i suoi sogni sarebbero avari e ragionevoli come il ruminio di una pecora o la luce di ottobre. Un uomo simile può esistere, anche se forse non può vivere a lungo, ma di certo una società del genere non può esistere.

É banale, ma le pretese di autorità di una scienza sono inversamente proporzionali alla sua capacità predittiva. L’economia pretende più autorità della medicina, che pretende più autorità della fisica classica. Ciò è ovvio perché l’autorità consiste proprio nel dominare oltre la ragione. Infatti man mano che la fisica si allontana dai classici campi verificabili comincia a pretendere un’autorità che in passato rivendicava solo la religione.

Per la medicina, si può notare ad esempio che l’errore dei novax é combattere nel campo dell’avversario. Il loro argomento più terra terra é che il tale vaccino provoca la tale malattia, il che però non sembra dimostrabile. Sul piano medico sono perdenti, e lo sono proprio perché invocano la scienza che vogliono combattere. Invece quando la mettono sul piano che è difficile dire se valga la pena, nel complesso, di fare il tale vaccino, allora risposte tecniche non ce ne sono, o sono meno chiare. A questo punto costringono la medicina ad abbandonare le pretese di oggettività per svelare l’aspetto autoritario, che dice “é così perché in generale ne sappiamo più di te”. Ma, messa in tal modo, si può aprire un conflitto tra autorità, che non si risolve con la ragione. Perciò questi scontri sono pericolosi, ma sono anche necessari. Giocare secondo le regole dell’avversario vuol dire perdere sempre, e allora meglio giocare senza regole.

Le scienze umane sono più oneste. Sono pochi secoli che il diritto, quel miscuglio di regole e arbitrio simile a una grammatica, aspira alla coerenza teorica. Non ci si é mai neanche avvicinato, ma il tentativo c’era ed era già segno di una fondamentale incomprensione. Però bisogna riconoscergli l’onestà di non aver mai predicato la propria completezza. Esauriti i procedimenti analogici, giunti a quel che proprio non c’è, resta l’equità, cioè in sostanza il prudente arbitrio, o per meglio dire il semplice e totale arbitrio, che è l’essenza stessa del potere. Come una gocciola purissima di autorità, distillata nell’alambicco lucubrativo, traslucida e splendente di ogni colore. Un seme di universo.

Tornando alla tecnologia, si nota che apparentemente il suo destino é diventare incomprensibile, tornare cioè al fuoco da cui è nata: la magia. Ne beneficeranno gli scienziati-chierici (ne stanno già beneficiando), ma forse rinascerà anche la speranza, l’attesa irrazionale dell’inaspettato. Questa speranza sarà indistinguibile dal terrore, in una nuova (ma antica) fusione di significati opposti, che genera l’eterno sogno a occhi aperti .

P.S. Ci accorgiamo che ultimamente quasi tutti i nostri post sono ispirati dalla paura. Noi abbiamo paura della forza, qualsiasi forza, fosse pure quella degli angeli. Il potere, l’autorità (anche morale o intellettuale), la giovinezza, la fede, l’incredulità, la ragione, tutto ciò che è forte ci spaventa, perché noi non siamo forti. Questo è sicuramente patologico ma è più forte di noi, e quindi ci spaventa.

P.P.S. Solo dopo aver scritto questo articolo abbiamo saputo che Brecht avrebbe detto “In the contradiction lies the hope”. Sicuramente lo intendeva in senso diverso dal nostro, se non opposto.

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