Nel 1970 Ivan Illich scrisse che
“la più radicale alternativa alla scuola sarebbe una rete, o un servizio, che offrisse a ciascuno la stessa possibilità di mettere in comune ciò che lo interessa in quel momento con altri che condividono il suo stesso interesse”.
Nel paragrafo successivo immaginava una proto-rete basata sul telefono. La rete di Illich si è di fatto realizzata e ha raggiunto l’apice al tempo dei newsgroup, quando milioni di persone scrivevano, a volte con grande competenza, di qualsiasi argomento. Già allora emergevano tracce consistenti di follia, paranoia e settarismo, che sembrano inestricabilmente legate a qualsiasi fenomeno di massa, ma gli analfabeti veri e propri erano ancora tagliati fuori dal costo e dalla relativa complessità delle procedure.
Adesso sono dentro e la rete é diventata proprio quel che sognava Illich, un’antiscuola, un luogo dove gli ignoranti possono apprendere con grande velocità qualsiasi cosa utile o balorda, e anche insegnarla, e il tutto al riparo da critiche. É un fenomeno straordinario, che frammenta e relativizza ogni tipo di conoscenza. Tranne quella che serve a tenere accesi i computer. Quella tecnica rimane indiscutibile e perciò sempre di più l’unica candidata allo status di religione.
Per gli ignoranti funzionali che, a costo di inevitabili ma salutari perdite di informazione, vogliono comunque un riassunto visivo di quanto sopra, forniamo questa umorosa immagine.
Comunque non vorremmo dare l’impressione di essere contro il povero Illich. Quel che dice è quasi del tutto vero, la scuola com’è fa cagare cani morti e sembra irriformabile. Ma perché il libero scambio di esperienze e informazioni, oggi possibile, non ha prodotto l’antiscuola ideale? Illich, come tutti i teorici di un certo tipo, non ha considerato che la libertà di comunicazione, come del resto anche la libertà sessuale, produce fenomeni di competizione e differenziazione narcisistica, che tendenzialmente danneggiano sempre i più deboli. Quando la conversazione diventa solo un modo per fare punti, l’unica cosa che si scambia è il vizio di competere.
Ma nonostante ciò bisogna ammettere che il sogno di Illich si è parzialmente realizzato. L’ignoranza assoluta si è realmente ridotta e molti si formano davvero all’università della vita digitale, attraverso il dialogo o anche ricorrendo ai tutorial di Aranzulla o di Wikihow, tipo il folle “come frequentare un drogato” o il paranoico “come prendersi cura di un maiale domestico“, che contiene questo giudizioso consiglio:
“Cerca sempre di stare un passo avanti a loro, in quanto possono anche essere molto furtivi e manipolarti per ottenere ciò che vogliono”.
Il discorso disonesto, che mira solo a fare punti, costituisce circa il 50% del discorso pubblico. L’altra metà è il discorso per così dire ignorante, condotto da chi conosce appena la grammatica. Dei due, il più interessante è il secondo.

“Il metodo è copiare una buona idea e poi ripeterla finché non diventa una pessima idea”. C. Lorenzini, “Le fondamenta teoriche del Paese dei Balocchi”, Bomarzo, 1956.
A ben vedere, anche la proliferazione di notizie false dipende in buona parte dalla diffusione di un’elementare capacità di leggere e scrivere. Solo con la scrittura la “diceria” può diventare “documento” e accumularsi in un sistema, per quanto delirante. E lo fa incorporando la potenza intrinseca della scrittura. Insegnare a scrivere agli ignoranti è più pericoloso che dargli un’arma, e infatti si insegna ai bambini, che possono essere controllati. Ma quando l’arma finisce in mano ad adulti, la scrittura grezza esprime tutte le sue potenzialità creative e distruttive.
Il fatto che larga parte della popolazione non sia capace di riassumere un testo scritto e non ne capisca il significato non è, come pretendono i sindacati degli insegnanti, un passo indietro. Fino a pochi anni fa quella gente non sarebbe riuscita a leggere nemmeno una parola. La comprensione parziale è indice di una maggiore alfabetizzazione e comprendere interamente il senso della scrittura non è stato mai un requisito per la produzione di altre scritture. Il mondo è sempre vissuto nel fraintendimento e nei linguaggi particolari.
Il grande asilo della terra rimbomba degli esperimenti dei nuovi ignoranti, ignoranti parzialmente capaci di leggere e scrivere e quindi molto più influenti e pericolosi di prima. A questo stadio non seguirà per forza quello della piena conoscenza. Quando il semi analfabeta ha ottenuto i primi frutti della sua tecnica spesso non sente più il bisogno di apprendere la cultura dei dominatori. Grazie a poche lettere può crearne un’altra*.
In molti casi una formazione prevalentemente pratica risulta anche più adeguata alla realtà concreta. Ad esempio, l’Italia potrebbe diventare (ed esistono programmi in tal senso) una società di cuochi, badanti, camerieri, decoratori, musicisti, parodisti, intrattenitori, ciceroni, personal trainer, parrucchieri, sarti, filosofi del quotidiano. Come un’immensa nave da crociera, arenata per sempre nel Mediterraneo. Un sogno.
Non bisogna credere che il nostro sia tornato un mondo orale e non bisogna sopravvalutare il potere delle immagini. Per quanto influenti, sono troppo aperte per sostenere quel sogno ossessivo che è una concezione del mondo. Solo la scrittura è abbastanza flessibile e potente e alla portata di tutti. Con pochissimi mezzi, chiunque può delirare come San Giovanni e fare del suo delirio una “cosa”.
La battaglia dei giornali contro le false notizie è semplicemente la rivendicazione del loro potere esclusivo di interpretare su larga scala. La notizia falsa in genere viene smascherata subito, mentre resiste la visione che la produce e se ne alimenta. Perché, appunto, quella visione è una realtà (cioè un sogno) che è già prefigurata nell’alfabeto. Noi possiamo scrivere tutto e questo è esaltante.
Ora possiamo capire le parole di Giovanni: Prendi questo libro e mangialo…
sempre meno stretti da vincoli materiali, diventiamo la terra in cui è seminato l’alfabeto. 26 simboli possono crescere e diventare ogni carne. Questo tempo non é l’antropocene ma il grafiocene, l’età della scrittura. L’uomo è già superato.
* Uno dei primi scontri tra Accademia del Deboscio ed Università della Vita si trova nel Satyricon. Alla cena di Trimalcione Ascilto e Gitone ridono di certe pretenziose rusticità e un commensale se ne adonta: “Io non so di matematica, né di critica e di tutte le altre insulsaggini, ma le maiuscole le leggo e so dividere per cento tutti i pesi e le misure. Insomma, te la vuoi fare una scommessina? Ecco la mia posta, tira fuori la tua. E anche se mastichi un po’ di retorica, ti farò vedere che tuo padre ha buttato via i suoi soldi. Beccati questo:
“Cosa sono? Vado su, vado giù, indovinami un po’ tu”.
E ancora: “Chi si muove e fermo sta?”; “Cos’è che cresce e poi si accorcia?”. Corri, t’imbamboli, annaspi che sembri un topo finito nel cesso. E allora chiudi il becco e non infastidire chi è meglio di te e non sa manco che sei nato. A meno che non ti passi per la testa che mi interessi quella bigiotteria che hai alle dita e che hai grattato alla tua troietta. San Trafficone mi protegga! Andiamo al foro a chiedere soldi in prestito, e vedrai se il mio anello non vale di più anche se è solo di ferro! Ah, sei proprio bello con quella faccia di volpe fradicia! Possa io fare un sacco di soldi e morire tanto bene che la gente venga a giurare sulla mia tomba, com’è vero che ti correrò dietro fino alla fine del mondo, foss’anche con la toga messa al rovescio! Gran bell’elemento anche quell’altro che ti insegna ‘sta roba, un ciarlatano, altro che maestro! Ai miei tempi le cose non stavano così: il maestro ci diceva: “Avete finito? Allora andatevene a casa. Non state a guardarvi intorno e abbiate rispetto degli anziani”. Ma oggi son tutte palle e non ce n’è uno che valga un fico secco. Quanto a me, se sono così come mi vedi, devo solo dire grazie al padreterno per l’educazione che ho avuto».
Ottimo post, bravi.
il bello è che questo articolo è costruito montando insieme delle affermazioni sparate su facebook, che testimoniano innanzitutto una certa nostra intossicazione interpretativa.
“la scuola com’è fa cagare cani morti e sembra irriformabile”. parole sacre: al momento ci lavoro dentro e quanto dite “fa ridere perché è vero” (cit.).
il resto del post? parole sacre pure quelle
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