Se cercate su google “manticora” e “gelada” troverete diversi siti in cui si ipotizza che l’immagine del mostro venga dalla deformazione di quella di certi babbuini.
Ad es. da Supereva : “Vi sono però dei babbuini chiamati “gelada” che vivono in Etiopia, in terreni aridi e rocciosi. Hanno la voce a trombetta, il pelo fulvo, la coda spessa terminante con un ciuffone e camminano a quattro zampe. Non sono carnivori ma hanno denti enormi e quando si arrabbiano scoprono le gengive rosse. Il fatto che un animale etiope sia finito nelle cronache persiane del V secolo AC può essere spiegato perché all’epoca i gelada vivevano in quasi tutta l’africa del nord. Egizi e numidi solevano tenerne alcune al guinzaglio, e all’epoca l’Egitto era una colonia persiana.”
Poi dal 5clone: “Inoltre la manticora è anche associata ai gelada, babbuini che vivono in Etiopia, in terreni aridi e rocciosi. Hanno la voce a trombetta, il pelo fulvo, la coda spessa terminante con un ciuffone e camminano a quattro zampe. Non sono carnivori ma hanno denti enormi e quando si arrabbiano scoprono le gengive rosse.”
E da misteri.esoteria: “In Etiopia vivono dei babbuini chiamati gelada che hanno il pelo fulvo, la coda che termina con un aggroviglio di peli e camminano a quattro zampe, questi non sono carnivori, ma hanno dei denti enormi e gengive rosse.”
E nel forum l’antrodelleanime: “In Etiopia vivono dei babbuini chiamati gelada che hanno il pelo fulvo, la coda che termina con un aggroviglio di peli e camminano a quattro zampe, questi non sono carnivori, ma hanno dei denti enormi e gengive rosse. Come sia finita questa creatura nelle cronache persiane del V secolo AC può essere spiegato in un solo modo: poiché all’epoca, i gelada vivevano in tutta l’africa del nord.”
Persino in un articolo più serio, da bibliomanie: “Nel tempo, gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi di identificazione per la manticora: […]. Altri, basandosi invece sull’allusione pliniana all’Etiopia (confinante con l’Egitto, all’epoca possedimento persiano), hanno preferito il gelada, un babbuino del nord Africa, amante delle zone aride e rocciose, dotato di voce chioccia e stridula, con il pelo fulvo e l’andatura quadrupede e munito di una coda terminante con un vistoso ciuffo. I gelada non sono ovviamente antropofagi (né carnivori), ma se vengono infastiditi, mostrano una formidabile dentatura.”
Eccetera eccetera.
E’ evidente che tutti questi brani sono molto simili e pur senza mai menzionarla vengono da un’unica fonte, e lo sappiamo per certo per il semplice motivo che quella fonte siamo noi. In rete infatti si trova il testo che scrivemmo all’epoca e che fu anche inserito su wikipedia nel 2004 e prontamente cancellato dai soliti mediocri dell’enciclopedia quasi libera.
Nel giro di 12 anni l’ipotesi si è diffusa nonostante la censura wikipedesca ma è stata attribuita a una generica terza persona o a fantomatici “studiosi”. La cosa più buffa è che quel testo era a sua volta una rimasticatura di una lezione che l’Elia tenne nel 1982, in cui si aggiungeva una considerazione interessante:
“Sull’origine della sfinge, leggo che Ambroise Paré, nel riprendere quanto annotato da Andrè Thevet nella sua Cosmografia, faceva un po’ quel che ho fatto io con la manticora: si chiede cioè se il modello originale non fosse una scimmia.
Thevet riferisce infatti che trovandosi presso il mar Rosso, più volte gli era capitato di vedere arrivare certi indiani che portavano con loro una creatura mostruosa e singolarissima. Si trattava di un animale simile a una tigre, ma senza coda, con il viso dalle caratteristiche umane ma con il naso camuso; gli arti anteriori assomigliavano a quelli di un uomo, mentre i posteriori avevano le sembianze di zampe di tigre; il corpo era ricoperto di una fine peluria, che si accentuava nei capelli, neri ed increspati. Gli indiani chiamavano questa strana creatura “thanacth” e la cacciavano nelle loro terre a colpi di freccia, per poi gustarne la carne prelibata.
Il Paré si chiedeva se non fosse proprio questa bestia, che forse gli Indiani importarono dalla Siria, alla base della rappresentazione della sfinge.
Ma la cosa più bella per me non è tanto la possibile conferma di una derivazione di questi mostri dalle scimmie, bensì proprio la scoperta di Thevet, grande viaggiatore e cosmografo reale! Bugiardone, arruffone e sfortunato, pure. Sentite: messo in convento a dieci anni, invece di studiare divorava libri di viaggi e d’avventure. Al seguito di un cardinale girò il medioriente e pubblicò una cosmografia del levante, che poi si scoprirà essere opera di un suo scriba, col quale polemizzerà e perderà anche un processo. L’ingiusta fama gli procurò un viaggio in Sudamerica: ci rimase dieci settimane appena e nondimeno scrisse Stranezze della Francia antartica altrimenti chiamata America, che deve essere un delizioso miscuglio di fole. Scoprì per primo il tabacco, lo potrò a casa e lo coltivò, ma lo descrisse solo nel 1575, quando ormai la gloria era già tutta di tale Jean Nicot (da cui nicotina). Diventa poi cosmografo del re e fece stampare, appunto, una Cosmografia Universale, ma litigò di nuovo con un collaboratore. Costui passò al nemico e tradusse in francese la Cosmographie di Sébastian Münster, che uscì tre anni prima di quella di Thevet e gli tolse quasi tutto il pubblico. Sull’onda della traduzione in francese delle Vite di uomini illustri di Plutarco, Thevet rilanciò e ne pubblica una sua, libro mostruoso e di singolare acredine contro i suoi nemici, dove sono elencati con perfetto disordine oltre 200 personaggi illustri presi un po’ a casaccio da ogni luogo ed epoca. Completava il tutto un indice per nome, che rendeva impossibile la consultazione sistematica. Invecchiando continuò a farneticare e si convinse di essere stato in America non una ma due volte (Storia dei due viaggi, postumo). Cosa non darei per una vita così!”.
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