Io preparo la catastrofe

Scare Tactics (trasmesso da La3 come “Scherzi da Paura“) è un parente di “Scherzi a parte” ma introduce nel genere alcune novità che lo rendono un ibrido tra il classico modello di “specchio segreto” e un film dell’orrore. La vittima dello scherzo viene spesso attirata con un’offerta di lavoro e si trova poi coinvolta in situazioni da leggenda urbana (becchini che trafficano organi, laboratori in cui si pratica la clonazione, nani assassini, sette di barboni, ambigui fantasmi). La peculiarità è che il filmato dello scherzo è montato come un vero e proprio film, con frequenti e abili cambi di inquadratura, e i momenti clou sono sottolineati da una musica inquietante. Se lo spettatore non vede l’introduzione dello scherzo, può tranquillamente pensare che si tratti di un film horror a basso budget.

Rispetto a “Scherzi a parte”, alcune puntate di Scare Tactics vantano una storia ingegnosa e buoni dialoghi e sono così cinematografiche che spesso ci si trova a immedesimarsi e ad avere paura più che a ridere della vittima. Se lo scherzo fosse trasmesso come film probabilmente non risulterebbe altrettanto efficace. Il fatto che la vittima non sia un attore e appaia realmente spaventata in qualche modo rende più “accettabile” la situazione e la recitazione degli attori (che sono comunque piuttosto bravi). La quantità dei punti di ripresa, la fotografia di alcune scene e la complessità del montaggio ci inducono a credere che le scene in cui non appare anche la vittima siano girate a parte. Più che uno scherzo televisivo, Scare Tactics sembra una puntata di “Ai confini della realtà” con un attore inconsapevole, un po’ come in Bowfinger (che è ancora più “meta”, perchè è un film su un film con un attore inconsapevole).

Altra ambiguità è che spesso le vittime reagiscono in un modo che somiglia moltissimo a quello dei “veri” personaggi di film horror per adolescenti. Ad esempio, nella puntata della clonazione lo scienziato pazzo di turno dice alla vittima di non impicciarsi, e quella risponde qualcosa come “però questa storia potrebbe interessare alla polizia”, frase che suona allo stesso tempo stranamente reale (perchè pronunciata da un individuo che sappiamo reale) e irreale. La spiegazione più semplice è che le vittime non sono poi tanto inconsapevoli, che recitano anche loro, ma probabilmente non è così. Forse abbiamo metabolizzato a tal punto il linguaggio dei film che posti in una situazione simile la nostra reazione “spontanea” e naturale sarebbe, appunto, quella vista in un film. In un certo senso, siamo stati allevati per essere attori, che lo vogliamo o no.

Le puntate migliori di Scare Tactics sono quindi una forma di narrazione estremamente complessa e paradossale, in cui è davvero difficile distinguere i vari piani (reale-irreale, costruito-spontaneo, critica-immedesimazione). Come detto, gli scherzati vengono spesso attirati con proposte di lavoro e questo aggiunge una (probabilmente non voluta) sfaccettatura politica: i giovani disoccupati come vittime privilegiate di un mondo adulto incomprensibile e atroce.

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