Spallanzani constatava che i giovani autori sono più prolifici perchè sanno poco e non si accorgono di ripetere il già detto. Lui, che non considerava l’originalità come un pregio del pensiero*, trovava però intollerabile ripubblicare un’idea già scritta, per una sorta di economia (o ecologia) della stampa. Tuttavia col tempo e l’astrazione le storie possibili tendono a ridursi moltissimo, ragion per cui il nostro pubblicò sempre meno, limitandosi ad annotare le storie che gli venivano in mente nel suo quadernone nero-blu o a raccontarle agli amici. Valga come esempio questa storia supereroistica, che vive solo nella memoria di sua nipote (la trascriviamo come ci è stata riferita).
<< lo zio mi raccontò la storia di uno che è un appassionato di fumetti
e vive in un paesucolo
e pensa che ovviamente lui non può diventare un supereroe
perchè non ha la possibilità di subire qualche strano incidente
tipo ragni radioattivi, raggi cosmici etc
perciò va da un suo amico
il più fesso che conosce, il più bonaccione
in effetti il suo unico amico
e lo convince ad accompagnarlo in città
con l’autobus
per provare a diventare un supereroe
in qualche fabbrica di prodotti chimici,
quindi i due si imbarcano
ma le fabbriche hanno i muri, i custodi etc
e l’unica in cui riescono a entrare di nascosto
è una fabbrica dove fanno pelati
e c’è questo calderone pieno di pomodori messi a bollire.
Allora lo smilzo dice (chiamiamolo lo smilzo)
“e tu che ne sai che ci mettono nei pelati? sostanze chimiche, roba tossica, io dico che vale la pena provare”,
quindi abbraccia il grasso e si lanciano
ma il loro tuffo fa inclinare il calderone, che si rovescia
la polta si spande, provoca un cortocircuito
scoppia qualcosa, i contenitori di prodotti chimici prendono fuoco,
un disastro insomma, un’esplosione…
poi, la polizia li trova ancora vivi
e li porta all’ospedale
da cui escono dopo qualche mese
e pare che sia finita qui.
Ma lo smilzo, malato com’è, intossicato etc
nota che il grasso invece sembra star bene
troppo bene per uno che ha fatto il tuffo
e allora si convince che l’esperimento in parte è riuscito
almeno per il grassone, che ha acquistato i superpoteri.
Perciò acchiappa l’amico, che ovviamente non ne vuol sapere
e gli dice che bisogna scoprire che potere ha acquistato
e l’unico modo per farlo è metterlo in una situazione di pericolo!
Il grasso fugge ma viene inseguito
finchè lo smilzo lo butta giù da un cavalcavia
gridandogli “dai che puoi volare!”
e mentre quello sta per sfacellarsi al suolo
improvvisamente vola!
Grande gioia dello smilzo
che pensa subito di usare i poteri dell’amico per combattere il male
sennonchè, nel paese di male non ce n’è
cioè non è new york, non c’è neanche la camorra
per cui il povero smilzo deve arrangiarsi con quello che ha
e usare i superpoteri per salvare cani sull’autostrada
e cose del genere.
Finchè lo smilzo si stufa di queste piccolezze
e comincia a vedere mostri dappertutto:
il tabaccaio congiura, il vigile tortura la gente, etc
per cui ordina la grasso di punirli
usando la superforza, o l’invisibilità, i vari poteri…
ovviamente la cosa grottesca è la sproporzione tra la minaccia e la reazione,
come ad esempio il grasso che tira un camion addosso al ladruncolo di stereo
e va avanti così finchè un giorno
il grasso si stufa di essere comandato
e dice perchè devo fare quel che dice lo smilzo? e se fosse solo un pazzo?
ma io ho i poteri, perchè non ci ho pensato, gli leggerò la mente
per sapere che intenzioni ha, se è matto oppure no.
Così si avvicina al letto dove dorme lo smilzo
(perchè vivono insieme)
ma, orrore, il potere non funziona!
allora il grasso agitatissimo sveglia lo smilzo
e gli dice “ho perso i poteri, non riesco a leggerti nella mente!”
al che lo smilzo, che è ancora mezzo addormentato, gli fa:
“no ma tu l’esp l’hai già usato… adesso puoi… puoi trasformarti in qualsiasi animale!”
tu dici?, domanda il grasso.
“e prova!”
A questo punto il grasso prova e si trasforma in una nutria
e capisce tutta la storia!
Non è lui che ha i poteri, ma lo smilzo
e il potere dello smilzo è quello di dare i poteri a lui!
Almeno mi sembra che era così.>>
* Secondo Spallanzani, se un’idea è più originale di un’altra vuol dire che non sono immortali, né l’una né l’altra.
Il fatto che la frase sulle idee più o meno originali sia un calco di un aforisma di Gadda non è plagio, ma una conferma del valore della frase stessa.
A proposito di plagi e originalità. Conosco un tizio che ha scritto nel suo blog un aforisma di sua invenzione. Dopo qualche tempo s’è accorto che lo stesso aforisma circolava in Rete a nome di Woody Allen.
Adesso passa le sue giornate a girare per siti e gruppi di Facebook pretendendo che gli venga riconosciuta la paternità della frase. Spesso ci riesce, ma saltano sempre fuori nuovi siti e nuovi gruppi nei quali la frase è attribuita ad Allen. Una fatica di Sisifo.
Non sarebbe più semplice se si limitasse a sentirsi lusingato dell’accostamento? Tanto mica ci guadagna dei soldi.
E qual è l’aforisma? Comunque c’è da notare che nel caso specifico questa storia di Spallanzani è effettivamente originale: a nostra scienza non c’è mai stato un fumetto simile. L’unica cosa che gli somiglia, in linea molto generale, è un racconto di Philip Dick di cui al momento non ricordiamo il titolo.