Nel maggio del 1971 il Nostro rilasciò un’intervista al giornalino della scuola dove insegnava (il famoso liceo Galvani). Tra le varie concessioni all’attualità, Spallanzani parlò anche di letteratura e del perchè in Italia non esista più una vera corrente romanzesca, nemmeno d’appendice. Non possiamo riportare le parole esatte, perchè quell’articoletto vive solo nella memoria di qualche studente, ma a un dipresso Spallanzani sostiene che da noi la cronaca nera e giudiziaria sono più che sufficienti ai bisogni del pubblico. Attentati, menzogne, violenze, lacrime e corna, mistificazioni, diaboloci complotti e retorica come se piovesse. In queste condizioni, si chiedeva giustamente il nostro, a che cosa serve un romanzo?
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sbagliava.
Il Grande Romanzo italiano esiste, si chiama "Parenti Lontani" e l'ha scritto Gaetano Cappelli.
così scriveva D'Orrico sul Corriere Della Sera
Vabbè ma è del 2000! Il povero Spalllanza era veggente, anche in maniera sospetta, ma tutto ha un limite. Comunque grazie della segnalazione, verificheremo. Tuttavia se non sbagliamo D'Orrico è quello che ha "scoperto" Piperno… brrr…
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